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SENZA PAROLE

by Tonio Manasca

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1.
JUNG SONG 07:48
JUNG SONG (Testo Carl Gustav Jung / Musica Samuele Venturin) Un serpente cornuto un serpente cornuto L'uomo moderno, la donna moderna, i bambini moderni l'uomo moderno, tu, tu sei moderno, sei moderno privo di qualsiasi connessione privo di qualsiasi connessione la coscienza la coscienza la fase eroica dello sviluppo oooooh il compito del sognatore l'umiltà della sperimentazione La donna! Presenta non meno dell'uomo la tendenza a compiere quelle prime prove di forza che condurranno al cra cra cra crak al sacrificio finale per la volontà della sperimanetazione, una nuova nascita Il sacrificio consente alle donne di liberarsi dal impaccio delle relazioni personali e le mette in condizioni di svolgere un ruolo più consapevole come individuo di pieno diritto Al contrario il sacrificio dell'uomo è una resa al suo sacro spirito di indipendenza successivamente esso si lega in maniera più consapevole alla donna ma più tardi, piu tardi, piu tardi
2.
QUANTA GENTE STASERA Quante luci stasera, e quante mani sudate quante lettere in corso , quante raccomandate e rime scomposte e gioielli nascosti. Quanti pianti imprevisti, e libri prestati scarpe o mutande, dimenticate quante belle parole, quante belle signore quante belle parole, quante belle signore Quanti camici bianchi, solo qualche mutante libri aperti sul mare, la tua conversazione sguardi persi nel treno, quanti baci su un seno quante belle parole, quante belle signore Solo una la voce, e canta anche bene una bella cravatta, un sostegno nel vuoto un foglio appassito, e una riga sprecata quanti anni su un treno, quanti sguardi su un seno Quanta gente stasera, quanta gente che c'era ed io che pensavo di essere sola si perda la forma e chi e stanco dorma si tinga nell'amaro di un sonno raro In questi calici di metallo, tra due petali di corallo quanta gente stasera, quanta gente che c'era ed io che pensavo, di essere sola ed io che pensavo, di essere sola
3.
PRIMA DI ANDARE Non è detto che prima di andare la voglia ti dedichi ancora qualche ora per starmi vicino qualche ora per stare in silenzio E la polvere dalle tue mani si solleva e mi entra negli occhi gli stessi che avevi travolto gli stessi che poi hai perduto Vado via per quello che conta vado ancora per questo saluto abbassando ancora la testa ma sputando insulti a tutti per il poco che avete capito per il niente in cui mi avete lasciata Non è detto che prima di andare la voglia mi dedichi ancora qualche ora per starvi vicino qualche ora per stare in silenzio
4.
VAI A LAVORARE Sai non è assolutamente facile cantare senza dire niente cantare senza mai, dire niente che sia,o qualche cosa che è Tu, tu che non fai paura a nessuno ormai solo a qualche vecchio e a lei dalle da bere dalle da fumare o qualche cosa che è Mi hai detto che facevi paura ma non mi fai paura per niente mi hai detto che dovevo andare a lavorare e invece io, io no e casa sua non è poi così lontana, ma io non ci vado non ci vado mai e quante volte io le ho detto tutto e quante volte dovrò dirglielo che non ci vado mai a lavorare perchè intanto poi non mi paga nessuno che non ci vado mai a lavorare perchè intanto poi non mi paga nessuno non mi paga nessuno Tu tu che non hai paura di niente ma hai voglia di un abbraccio ancora nessuno ascolterà non ti ascolteranno Ti hanno detto vai ma vai vai e tu no non ci vai ti hanno detto vai piano non andare veloce e tu, tu vai tu vai sempre più in fretta E casa sua non è poi così lontana ma io non ci vado non ci vado mai e quante volte io le ho detto tutto e quante volte dovrò dirglielo di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno
5.
LA BEGONA 05:37
A BEGONA (Testo e musica Samuele Venturin) Passa il presente, torna il passato, e un amore mai dimenticato torna negli occhi, torna negli cuore, bacia la bocca a me, che non ti ho sorriso più passa un treno, ne passa un altro, quello che hai lasciato lì ad aspettare poi è tornato, confusamente sbagliando lascialo perdere, non sa far altro che ritornar Ma quel silenzio, che hai con te, quello sguardo come se tutto fosse una storta che poi non è neanche una storia d'amore non verrò non verrai forse un giorno questa canzone ti canterai Se quel giorno il mondo non dovesse essermi poi così di peso prendo un volo e lì atterrerò più vicino a te che tu sappia che ti amo e in attimo le tue labbra e le mie si riconoscerebbero lasciali fare, lasciali andare, questi treni non san far altro, non san far altro che ritornare Ma non è stata mai una bugia, nemmeno un segno della mia ingenuità, so che tu non vorrai ma io starò con te, anche se il mare è troppo, troppo grande per me lasciali andare lasciali perdere Questi treni non san far altro che ritornare questi treni non san far altro che ritornare questi treni non san far altro che ritornare questi treni non san far altro che ritornare
6.
PETALI E ROSE (Testo e musica Samuele Venturin) Tonio Manasca / Voce/tastiera Samuele Venturin / Basso/chitarra elettrica Renato Cordovani / Sassofono contralto Amilcare Tellacci / Pianoforte Andrea Dilillo / Batteria Di come in una notte ti sorprendano le due e se aspetti ancora un po' ti sorprende anche il sole che dal seno di quel monte si alza spunta e si avvicina come in quella notte nera io ti volevo qui vicina ma poi sono rimansata sola, sola fino alla mattina mi ricordo ancora adesso com'ero ragazzina Di come in quella notte ho capito troppo bene chi ero e chi volevo e da chi ero rapita da una foglia nuova da una pietra da una pepita da una goccia di rugiada soffocata tra le dita da una canzone mai cantata da una foglia regalata mi sentivo un po' malata alle volte un poco stanca Amica amica mia io ti ho amato troppe volte come si amano le labbra i petali e le rose leccandone i profumi fino allo svenire a ancora sotto il caldo della gioa di un segreto è la prova il tuo sorriso avevo ragione io amore amore amore amore amore mio
7.
IO LA SPOSA 05:48
IO LA SPOSA (Testo e musica Samuele Venturin) Tonio Manasca / Voce Samuele Venturin / Basso/Sinth Renato Cordovani / Sassofono contralto Amilcare Tellacci / Pianoforte Andrea Dilillo / Batteria Cade sempre di lato quello giusto o quello sbagliato sono tutte perdute sono tutte mute Resto col cane in bilico resto col sogno sbagliato Non lascio la casa non lascio tre figli lascio la terra malata io la sposa io la sposa Sposami ancora, poi aspettare sposami ancora, lontano, lontano sposami ancora io, la sposa io. Muta resto col cane in bilico, resto col sogno sbagliato L'ultima volta ho perso un amico addosso, morto senza capire io che resto sarò sempre il male, io che resto non devo parlare, non devo parlare che nessuno sappia mai, che nessuno sappia mai di cosa sono stata capace, di cosa sono stata capace. Come tutti quelli costretti alla guerra, come tutti quelli costretti alla fame, come tutti quelli costretti alla fuga, come tutti quelli dimenticati dispersi o torturati. Non lascio la casa non lascio tre figli non lascio una terra malata Io la sposami ancora mi io la sposami ancora mi io la sposami ancora mi aspettarmi sposami ancora lontano mi sposami ancora lontano mi sposami ancora Non lascio la casa non lascio tre figli non lascio la terra malata Io la sposami ancora io la sposami ancora aspettarmi sposami ancora Sono tutte perdute sono tutte mute Resto col cane in bilico resto col sogno sbagliato
8.
L'ESISTENZIALISTA (Testo e musica Samuele Venturin) Tonio Manasca / Voce Samuele Venturin / Sinth Amilcare Tellacci / Pianoforte Renato Cordovani / Sassofono contralto Valentino Receputi / Violino Armeno Cisomiglia / Fagotto Saverio Damiani / Contrabbasso Andrea Dilillo / Sinth Tito Venturin / Percussioni L'esistenzialista quello vero non ha mai paura si perde si distre si trova legato a una cintura l'esistenzialista vivo non fa bene non fa male l'esistenzialista morto ama il buio ama il sale L'estremista quello vero non ha mai paura è convinto di rinchiudere le idee più forti dentro a una cintura l'estremista vivo non fa bene non fa sesso l'estemista morto ama il prossimo se stesso Il migrante quello vero non ha mai paura con il cuore e una pagella cuciti alla cintura il migrante vivo fa bene non fa male il migrante morto pesa addosso al viminale L'iperteso è un bianco vivo un morto che divora col migrante estremista non ci gioca non gioca per paura l'iperteso vivo è una risorsa industriale l'iperteso morto un posto in meno per natale L'obeso è un insulto alla follia e alla demenza l'intelligenza pure quella schiava ipocrita e meschina l'obeso intelligente è una spesa nazionale l'obeso incosciente è difficile da trasportare Il ministro estremista può gridere e urlare col migrante intelligente non ha presa perchè ormai è sul fondale il ministro estremista non va bene non va bene il ministro estremistra sarà il primo della lista Lo stato esistenziale è una farsa colossale non esiste un cane che ci vada o che ci vorrebbe andare a cagare lo stato esistenziale non fa bene non fa male lo stato esistenziale è difficile da colorare è difficile da colorare è difficile da colorare
9.
CANZONE SENZA PAROLE (Testo e musica – Samuele Venturin) Tonio Manasca / Voce, chitarra acustica Samuele Venturin / Basso/Sinth Amilcare Tellacci / fisarmonica Andrea Dilillo / Batteria Oggi mi mancan le parole, domani mancherà il sole non son le sole cose come vedi, anche la luce sparirà e se ti prende molto freddo, non mi guardare con dolore io non conosco solo che l'amore, ma tutto un giorno sparirà Adesso, dormi, dormi, dormi un assassino veglierà dormi adesso, adesso dormi una volante ubbidirà e in attimo soltanto una casa crollerà e in un attimo soltanto la tua casa crollerà C'era sotto una miniera piena di progetti e dedizioni una strada di promesse vuote che nessuno manterrà, c'era un cane col padrone scemo sotto il crollo del portone solo il cane furbo si è salvato e adesso corre in libertà Sai che mi fa male il fatto che tu, non mi capisci ancora quando ti parlo sembri altrove, forse ti sto sul cazzo litighiamo senza urlare, senza dirci una parola con il fegato a brandelli, e le antenne devastate Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore perchè ormai non siamo niente, non siamo niente senza di voi Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore perchè ormai non siamo niente, non siam niente senza di voi Così riprende la canzone che all'inizio era un po' storta ora si parla solo di un padrone e di un cane sotto scorta ma la faccenda è più complessa perchè il tema è qualla sorte che costringe ogni bambino ad aver paura della morte Ma diciamolo una volta e urliamolo più forte non c'è alcun motivo oggi di aver paura della morte secca forse forse del dolore, quello sì che un po' spaventa sarà giusto star lontano dalla piazza o i manganelli? Ma sorridi amore mio che i giorni saran più belli quando non ci sarò più io a lisciare i tuoi capelli Ma sorridi amore mio che i giorni saran più belli quando non ci sarò più io a lisciare i tuoi capelli Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore perchè ormai non siamo niente, non siamo niente senza di voi Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore perchè ormai non siamo niente, non siamo niente senza di voi Adesso, dormi, dormi, adesso un assassino veglierà dormi adesso, adesso dormi una volante ubbidirà e in attimo soltanto una casa crollerà e in un attimo soltanto la tua casa crollerà c'era sotto una miniera piena di progetti e dedizioni una strada di promesse vuote che nessuno manterrà, c'era un cane col padrone scemo sotto il crollo del portone solo il cane furbo si è salvato e adesso corre in libertà corre corre in libertà

credits

released September 27, 2020

Tonio Manasca / Voce
Samuele Venturin / Sinth / chitarre / basso
Amilcare Tellacci / Pianoforte
Renato Cordovani / Sassofono contralto
Valentino Receputi / Violino
Armeno Cisomiglia / Fagotto
Saverio Damiani / Contrabbasso
Andrea Dilillo / Batteria
Tito Venturin / Percussioni

Registrato - missato da Samuele Venturin
per SGRmusiche - Gennaio 2020

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about

Samuele Venturin Florence, Italy

Artista, musicista e pittore. Contadino e costruttore di muri a secco. Vive nei boschi a 600 mt sul livello del mare dove produce (quasi) tutto quello che gli serve. Completamente fuori dalle logiche del mercato dell'arte ha pubblicato decine di dischi utilizzando gli pseudonimi di Amilcare Tellacci e Tonio Manasca. ... more

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