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1. |
JUNG SONG
07:48
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JUNG SONG
(Testo Carl Gustav Jung / Musica Samuele Venturin)
Un serpente cornuto
un serpente cornuto
L'uomo moderno, la donna moderna, i bambini moderni
l'uomo moderno, tu, tu sei moderno, sei moderno
privo di qualsiasi connessione
privo di qualsiasi connessione
la coscienza
la coscienza
la fase eroica dello sviluppo oooooh
il compito del sognatore
l'umiltà della sperimentazione
La donna!
Presenta non meno dell'uomo
la tendenza a compiere quelle prime prove di forza che
condurranno al cra cra cra crak al sacrificio finale
per la volontà della sperimanetazione, una nuova nascita
Il sacrificio consente alle donne di liberarsi dal impaccio delle relazioni personali
e le mette in condizioni di svolgere un ruolo più consapevole come individuo di pieno diritto
Al contrario il sacrificio dell'uomo è una resa al suo sacro spirito di indipendenza
successivamente esso si lega in maniera più consapevole alla donna
ma più tardi, piu tardi, piu tardi
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2. |
QUANTA GENTE STASERA
04:09
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QUANTA GENTE STASERA
Quante luci stasera, e quante mani sudate
quante lettere in corso , quante raccomandate
e rime scomposte e gioielli nascosti.
Quanti pianti imprevisti, e libri prestati scarpe o mutande,
dimenticate quante belle parole, quante belle signore
quante belle parole, quante belle signore
Quanti camici bianchi, solo qualche mutante
libri aperti sul mare, la tua conversazione
sguardi persi nel treno, quanti baci su un seno
quante belle parole, quante belle signore
Solo una la voce, e canta anche bene una bella cravatta,
un sostegno nel vuoto un foglio appassito,
e una riga sprecata quanti anni su un treno,
quanti sguardi su un seno
Quanta gente stasera, quanta gente che c'era
ed io che pensavo di essere sola si perda la forma e chi e stanco dorma
si tinga nell'amaro di un sonno raro
In questi calici di metallo, tra due petali di corallo
quanta gente stasera, quanta gente che c'era
ed io che pensavo, di essere sola
ed io che pensavo, di essere sola
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3. |
PRIMA DI ANDARE
03:47
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PRIMA DI ANDARE
Non è detto che prima di andare
la voglia ti dedichi ancora qualche ora per starmi vicino
qualche ora per stare in silenzio
E la polvere dalle tue mani
si solleva e mi entra negli occhi
gli stessi che avevi travolto
gli stessi che poi hai perduto
Vado via per quello che conta
vado ancora per questo saluto
abbassando ancora la testa
ma sputando insulti a tutti
per il poco che avete capito
per il niente in cui mi avete lasciata
Non è detto che prima di andare
la voglia mi dedichi ancora qualche ora per starvi vicino
qualche ora per stare in silenzio
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4. |
VAI A LAVORARE
05:55
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VAI A LAVORARE
Sai non è assolutamente facile
cantare senza dire niente
cantare senza mai, dire niente che sia,o qualche cosa che è
Tu, tu che non fai paura a nessuno ormai
solo a qualche vecchio e a lei
dalle da bere dalle da fumare o qualche cosa che è
Mi hai detto che facevi paura ma non mi fai paura per niente
mi hai detto che dovevo andare a lavorare e invece io, io no
e casa sua non è poi così lontana, ma io non ci vado non ci vado mai
e quante volte io le ho detto tutto e quante volte dovrò dirglielo
che non ci vado mai a lavorare perchè intanto poi non mi paga nessuno
che non ci vado mai a lavorare perchè intanto poi non mi paga nessuno
non mi paga nessuno
Tu tu che non hai paura di niente
ma hai voglia di un abbraccio ancora
nessuno ascolterà non ti ascolteranno
Ti hanno detto vai ma vai vai e tu no non ci vai
ti hanno detto vai piano non andare veloce e tu, tu vai
tu vai sempre più in fretta
E casa sua non è poi così lontana ma io non ci vado non ci vado mai
e quante volte io le ho detto tutto e quante volte dovrò dirglielo
di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno
di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno
di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno
di non andare mai a lavorare perchè intanto poi non ci paga nessuno
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5. |
LA BEGONA
05:37
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A BEGONA
(Testo e musica Samuele Venturin)
Passa il presente, torna il passato,
e un amore mai dimenticato
torna negli occhi, torna negli cuore,
bacia la bocca a me, che non ti ho sorriso più
passa un treno, ne passa un altro,
quello che hai lasciato lì ad aspettare
poi è tornato, confusamente sbagliando
lascialo perdere, non sa far altro che ritornar
Ma quel silenzio, che hai con te,
quello sguardo come se tutto fosse una storta
che poi non è neanche una storia d'amore
non verrò non verrai forse un giorno questa canzone ti canterai
Se quel giorno il mondo non dovesse essermi poi così di peso
prendo un volo e lì atterrerò più vicino a te
che tu sappia che ti amo
e in attimo le tue labbra e le mie si riconoscerebbero
lasciali fare, lasciali andare, questi treni
non san far altro, non san far altro che ritornare
Ma non è stata mai una bugia,
nemmeno un segno della mia ingenuità,
so che tu non vorrai ma io starò con te,
anche se il mare è troppo, troppo grande per me
lasciali andare lasciali perdere
Questi treni non san far altro che ritornare
questi treni non san far altro che ritornare
questi treni non san far altro che ritornare
questi treni non san far altro che ritornare
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6. |
PETALI E ROSE
03:50
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PETALI E ROSE
(Testo e musica Samuele Venturin)
Tonio Manasca / Voce/tastiera
Samuele Venturin / Basso/chitarra elettrica
Renato Cordovani / Sassofono contralto
Amilcare Tellacci / Pianoforte
Andrea Dilillo / Batteria
Di come in una notte ti sorprendano le due
e se aspetti ancora un po' ti sorprende anche il sole
che dal seno di quel monte si alza spunta e si avvicina
come in quella notte nera io ti volevo qui vicina
ma poi sono rimansata sola, sola fino alla mattina
mi ricordo ancora adesso com'ero ragazzina
Di come in quella notte ho capito troppo bene
chi ero e chi volevo e da chi ero rapita
da una foglia nuova da una pietra da una pepita
da una goccia di rugiada soffocata tra le dita
da una canzone mai cantata da una foglia regalata
mi sentivo un po' malata alle volte un poco stanca
Amica amica mia io ti ho amato troppe volte
come si amano le labbra i petali e le rose
leccandone i profumi fino allo svenire
a ancora sotto il caldo della gioa di un segreto
è la prova il tuo sorriso avevo ragione io
amore amore amore amore amore mio
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7. |
IO LA SPOSA
05:48
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IO LA SPOSA
(Testo e musica Samuele Venturin)
Tonio Manasca / Voce
Samuele Venturin / Basso/Sinth
Renato Cordovani / Sassofono contralto
Amilcare Tellacci / Pianoforte
Andrea Dilillo / Batteria
Cade sempre di lato
quello giusto o quello sbagliato
sono tutte perdute sono tutte mute
Resto col cane in bilico resto col sogno sbagliato
Non lascio la casa
non lascio tre figli
lascio la terra malata
io la sposa
io la sposa
Sposami ancora, poi aspettare
sposami ancora, lontano, lontano
sposami ancora io, la sposa io.
Muta resto col cane in bilico, resto col sogno sbagliato
L'ultima volta ho perso un amico addosso, morto senza capire
io che resto sarò sempre il male, io che resto non devo parlare, non devo parlare
che nessuno sappia mai, che nessuno sappia mai
di cosa sono stata capace, di cosa sono stata capace.
Come tutti quelli costretti alla guerra,
come tutti quelli costretti alla fame,
come tutti quelli costretti alla fuga,
come tutti quelli dimenticati dispersi o torturati.
Non lascio la casa
non lascio tre figli
non lascio una terra malata
Io la sposami ancora mi io la sposami ancora mi
io la sposami ancora mi aspettarmi
sposami ancora lontano mi
sposami ancora lontano mi sposami ancora
Non lascio la casa
non lascio tre figli
non lascio la terra malata
Io la sposami ancora
io la sposami ancora
aspettarmi sposami ancora
Sono tutte perdute sono tutte mute
Resto col cane in bilico resto col sogno sbagliato
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8. |
L'ESISTENZIALISTA
06:17
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L'ESISTENZIALISTA
(Testo e musica Samuele Venturin)
Tonio Manasca / Voce
Samuele Venturin / Sinth
Amilcare Tellacci / Pianoforte
Renato Cordovani / Sassofono contralto
Valentino Receputi / Violino
Armeno Cisomiglia / Fagotto
Saverio Damiani / Contrabbasso
Andrea Dilillo / Sinth
Tito Venturin / Percussioni
L'esistenzialista quello vero non ha mai paura
si perde si distre si trova legato a una cintura
l'esistenzialista vivo non fa bene non fa male
l'esistenzialista morto ama il buio ama il sale
L'estremista quello vero non ha mai paura
è convinto di rinchiudere le idee più forti dentro a una cintura
l'estremista vivo non fa bene non fa sesso
l'estemista morto ama il prossimo se stesso
Il migrante quello vero non ha mai paura
con il cuore e una pagella cuciti alla cintura
il migrante vivo fa bene non fa male
il migrante morto pesa addosso al viminale
L'iperteso è un bianco vivo un morto che divora
col migrante estremista non ci gioca non gioca per paura
l'iperteso vivo è una risorsa industriale
l'iperteso morto un posto in meno per natale
L'obeso è un insulto alla follia e alla demenza
l'intelligenza pure quella schiava ipocrita e meschina
l'obeso intelligente è una spesa nazionale
l'obeso incosciente è difficile da trasportare
Il ministro estremista può gridere e urlare
col migrante intelligente non ha presa perchè ormai è sul fondale
il ministro estremista non va bene non va bene
il ministro estremistra sarà il primo della lista
Lo stato esistenziale è una farsa colossale
non esiste un cane che ci vada o che ci vorrebbe andare a cagare
lo stato esistenziale non fa bene non fa male
lo stato esistenziale è difficile da colorare
è difficile da colorare
è difficile da colorare
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9. |
CANZONE SENZA PAROLE
04:26
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CANZONE SENZA PAROLE
(Testo e musica – Samuele Venturin)
Tonio Manasca / Voce, chitarra acustica
Samuele Venturin / Basso/Sinth
Amilcare Tellacci / fisarmonica
Andrea Dilillo / Batteria
Oggi mi mancan le parole, domani mancherà il sole
non son le sole cose come vedi, anche la luce sparirà
e se ti prende molto freddo, non mi guardare con dolore
io non conosco solo che l'amore, ma tutto un giorno sparirà
Adesso, dormi, dormi, dormi un assassino veglierà
dormi adesso, adesso dormi una volante ubbidirà
e in attimo soltanto una casa crollerà
e in un attimo soltanto la tua casa crollerà
C'era sotto una miniera piena di progetti e dedizioni
una strada di promesse vuote che nessuno manterrà,
c'era un cane col padrone scemo sotto il crollo del portone
solo il cane furbo si è salvato e adesso corre in libertà
Sai che mi fa male il fatto che tu, non mi capisci ancora
quando ti parlo sembri altrove, forse ti sto sul cazzo
litighiamo senza urlare, senza dirci una parola
con il fegato a brandelli, e le antenne devastate
Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore
perchè ormai non siamo niente, non siamo niente senza di voi
Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore
perchè ormai non siamo niente, non siam niente senza di voi
Così riprende la canzone che all'inizio era un po' storta
ora si parla solo di un padrone e di un cane sotto scorta
ma la faccenda è più complessa perchè il tema è qualla sorte
che costringe ogni bambino ad aver paura della morte
Ma diciamolo una volta e urliamolo più forte
non c'è alcun motivo oggi di aver paura della morte secca
forse forse del dolore, quello sì che un po' spaventa
sarà giusto star lontano dalla piazza o i manganelli?
Ma sorridi amore mio che i giorni saran più belli
quando non ci sarò più io a lisciare i tuoi capelli
Ma sorridi amore mio che i giorni saran più belli
quando non ci sarò più io a lisciare i tuoi capelli
Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore
perchè ormai non siamo niente, non siamo niente senza di voi
Poi torniamo coi piedi in terra, ci guardiamo senza rancore
perchè ormai non siamo niente, non siamo niente senza di voi
Adesso, dormi, dormi, adesso un assassino veglierà
dormi adesso, adesso dormi una volante ubbidirà
e in attimo soltanto una casa crollerà
e in un attimo soltanto la tua casa crollerà
c'era sotto una miniera piena di progetti e dedizioni
una strada di promesse vuote che nessuno manterrà,
c'era un cane col padrone scemo sotto il crollo del portone
solo il cane furbo si è salvato e adesso corre in libertà corre corre in libertà
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Samuele Venturin Florence, Italy
Artista, musicista e pittore. Contadino e costruttore di muri a secco. Vive nei boschi a 600 mt sul livello del mare dove produce (quasi) tutto quello che gli serve. Completamente fuori dalle logiche del mercato dell'arte ha pubblicato decine di dischi utilizzando gli pseudonimi di Amilcare Tellacci e Tonio Manasca. ... more
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