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PANE

by Tonio Manasca

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    Per questo quinto disco di Tonio Manasca ho voluto fare un formato leggermente diverso per la stampa. Il CD è in una bustina 12X12 che si trova all'interno della copertina 20X20. Nell'interno i testi.

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1.
I MOSTRI 05:30
I MOSTRI I mostri i mostri i mostri i mostri... Nati per atterrire i peccatori, ricondurre l'umanità nel grande materno seno della chiesa, i mostri medievali si ripetono all'infinito. I mostri i mostri i mostri i mostri... E dobbiamo liberarci, dobbiamo liberarci, dobbiamo liberarci da tutto quello che ci incatena, dalla colpa, dalla vergogna, e dall'ipocrisia della purezza. I mostri i mostri i mostri i mostri... Trovata la libertà, trovata la pazienza, trovato l'entusismo, trovato l'equilibrio, sapremo essere migliori? Sapremo essere più grandi? Riscattare la nostra carne, la natura di questo pianeta? libera dalle imposizioni libera dalle umiliazioni... Libera libera... Tu che paura hai? Tu. Tu che paura hai? Tu Piccoli piccoli mostriciattoli che camminano sulla terra che camminano sotto le unghie che camminano nelle lenzuola, ce li abbiamo sulla pelle ce li abbiamo nei polmoni, dentro gli occhi sulle labbra, ce li abbiamo sui coglioni I mostri i mostri i mostri i mostri (tra pieghe delle voglie) I mostri i mostri i mostri i mostri (tra le pieghe della pelle) I mostri i mostri i mostrimo (tra le pieghe delle rughe) Noi non siamo come loro, noi non siamo come loro, noi lottiamo con lo sporco materiale, con lo sporco spirituale, Noi che siamo abitati da mostri veramente, i mostri siamo noi, i mostri della nostra mente I nostri i mostri i nostri i mostri (siamo noi) I nostri i mostri i nostri i mostri (i mostri della nostra mente ) I nostri i mostri i nostri i mostri (siamo noi) I nostri i mostri i mostrimo Noi che combattiamo, la guerra alla follia, noi convinti di non essere impazziti, ci vestiamo, ci trucchiamo, poi parliamo poi beviamo sorridiamo e scopiamo, soddisfando questo ciclo animale, questo ciclo mortale, che salvi la specie, non importa l'eleganza,che salvi la specie, non importa la distanza. I mostri i mostri i mostri i mostri (si salvino i ricchi) I mostri i mostri i mostri i mostri (si salvino i potenti) I mostri i mostri i mostri i mostri (si salvino soltanto loro) si salvino soltanto gli eserciti più forti, si salvino soltanto le ideologie sbagliate sia salvi l'ignoranza, sia salvi la violenza, sia salvi la menzogna si salvino i mostri della nostra storia. I mostri i mostri i mostri i mostri (siamo noi) I mostri i mostri i mostri i mostri (i mostri della nostra storia) I mostri i mostri i mostri i mostri (siamo noi) I mostri della nostra mente tu che paura hai? tu tu che paura hai? tu
2.
BUCO NERO 03:11
BUCO NERO Ma come ti senti mano mano che sale, io fatico a capire, a lasciarmi cadere. Sono in calo da stress a tenermi così questo gioco è falso, è falso per me. Ma come ti sembra mano a mano che va, prendo tutto prendi tutto e non torniamo mai più. Io salto fuori da noi una strada ce l'ho, mi raccoglie un sentiero, mi raccoglie dal cosmo. Da quanto tempo non correvo così senza il senso del tempo e dello spazio però scavalcando la notte mai passata davvero tra le scimmie e il Campari, resti sola lo sai. Abbi cura di te io faccio un salto nel vuoto solo un salto nel vuoto dove il tempo è un grande buco nero, di aspettarmi capisco non ne hai avuto mai il gusto, no tu no, ma io salto davvero verso un treno che deraglia più leggero. Ma come ti senti mano mano che va, eravamo bellissimi tanto tempo fa. Se ritornassi son sicuro che ricascherei, tra le braccia di un buco sul sentiero del cosmo. Da quanto tempo non correvo così senza il senso del tempo e dello spazio però scavalcando la notte mai passata davvero tra le scimmie e la luce, resti sola lo sai.
3.
LA FABBRICA DEI SIMILI Piove del metallo bianco sulla strada quando altrove sembra sempre primavera, viola il cielo tra le case costruite. Viola il cielo tra le case costruite male, e i palazzi che si fanno ombra da soli nascondono la noia della moltitudine. E un corvo assasinato disegnato sulla pelle la calma apparente sembra pace per due ore, io che mi distraggo tra le pagine di un libro, sembro perso sembro uscito dalla fabbrica dei simili Avere o non avere senso, in questa terra stanca, ha senso o non ha senso? Solo gli altri da lontano, ci diranno quando il mare affoga tra le righe, i pesci prenderanno fuoco e il sole sarà solo un sasso vuoto. Perderò i miei compagni e abbraccerò i miei figli stupito della loro forza, della loro forza... E a perdervi siete stati tutti molto bravi, ma a lasciarvi purtroppo imparerete piano piano, e non c'è fretta per tutti i vostri desideri. Rubate sempre tutto al più lento, arrivato stanco alla fine della corsa , lunga strada, troppo lunga per chi ha fretta, per chi non impara. e il corvo assassinato disegnato sulla pelle con calma si è dissolto e poi è volato via, io che mi pensavo a casa tra le pagine di un libro non so niente, sembro uscito dalla fabbrica dei simili Avere o non avere senso, in questa terra stanca, ha senso o non ha senso? Solo gli altri da lontano, ci diranno quando il mare affoga tra le righe, i pesci prenderanno fuoco e il sole sarà solo un sasso vuoto. Perderò i miei compagni e abbraccerò i miei figli stupito della loro forza, della loro forza... Piove del metallo bianco sulla strada quando altrove sembra sempre primavera, viola il cielo tra le case costruite. Viola il cielo tra le case costruite male, e i palazzi che si fanno ombra da soli nascondono la noia della moltitudine... Avere o non avere senso, in questa terra stanca, ha senso o non ha senso? Solo gli altri da lontano, capiranno quando il mare affoga tra le righe, i pesci prenderanno fuoco e il sole sarà solo un sasso vuoto. Perderò i miei compagni e abbraccerò i miei figli stupito della loro forza, della loro forza...
4.
HAI VISTO VISTO ANCHE TU Hai visto anche tu non è facile cambiare, mantenere una promessa, ma restare poesia. Siamo cambiati anche noi, non soltanto tu, siamo cambiati anche noi , sembra strano è così, lo vedi anche tu, siamo cambiati anche noi. Se pensavi di esser sola, a mutare fantasia, come vedi ti sbagliavi, come sbagliavamo noi, ci troveremo comunque,un po' impacciati, diversi ma comunque, ci troveremo, lo sai anche tu, ci troveremo sempre, anche, se, in verità, noi, pensavamo che, non ci lasciassi, mai, mai... vivere con te, era tutto un film, quando stavi, qui era tutto un film Sembra strano addesso, pensa un po' che male oggi la realtà: Hai visto anche tu, volano le pagine del tempo, puoi aprire tutti i libri, per restare poesia. Passa il tempo sempre, e in un giorno solo, capiremo che, sembra strano ma è vero, non ritornerà, la bambina che: Si vestiva da regina e giovava coi colori, trasformava il pavimento in una lago senza fondo. Passa il tempo sempre, e in un giorno solo capiremo che, sembra strano ma è vero, che non ritornerà, la bambina che, tu, eri, qui con noi da quel giorno in poi, tutto cambierà, la casa, i gatti, le stelle, il mondo... Hai visto anche tu, non è facile partire, mantenere una promessa partire andare via. Hai visto anche tu, volano le pagine del tempo, puoi aprire i tuoi libri, per restare poesia. hai visto anche tu... Hai visto anche tu, non è facile cambiare, mantenere una promessa, ma restare poesia. Hai visto anche tu, volano le pagine del tempo, puoi aprire i tuoi libri, per restare poesia.
5.
MONTAJAN 04:52
MONTAIAN Tik tik in vai dioho... Hei Montaian Montaian!! vieni giu! Andiamo! Devi tornare! Tik tik in vai dioho... Dai Montaian! Non mi fare aspettare vieni giu! Dobbiamo tornare a valle! Sempre la stssa cosa con te comunque tutte le volte che dobbiamo pertire mi fai sempre aspettare molto tempo Dik dik tatataaa Dik dik tatataaa...
6.
IL CANNIBALE 07:35
IL CANNIBALE Rapida, liquida, lanquida, è una causa senza effetto. Fragile, modica, madida, pioverà sulla casa, sulla stanza calda, senza tetto che è, venuto giu, senza che, potessi farci niente, niente, niente. E tu cosa hai da guardare, da dietro quel vetro, che non c'è niente da vedere? da dietro quel vetro, che non c'è niente da fare. da dietro quel vetro, che non c'è niente da piangere. Al suolo la gomma, la strada correndo, piuttosto dai fuoco che qui sembra spento. Avvicinati ancora, avvicinati male, che l'ombra il pensiero oggi non mi fanno volare. Poi fugge il silenzo, una frase è mancata, sei stato ai cavalli, me l'ha detto piangendo io corro di giorno, dormo poco la notte la campana alle stelle, troppi funghetti mangiati, troppe gambe protratte, due ginocchia contratte, il sibilo cupo di un cane allupato, sembra un caso... ma è sempre piuttosto evidente, che devo cercare di restare leggero, tu vedi che fame, che fame di gente, avambracci, coltelli, polpacci, e cosce, e costole, troppe luci o candele, o ragni morti sulle tele, sulla pelle ormai bianca, sporca e secca di sangue, lasciatemi andare, lasciatemi uscire, questo scheletro implora, un posto più giusto, i miei muscoli fiochi, a tenerlo fermo, trema solo, trema da solo, da sempre senza inverno o febre, tu, dammi, dammi un colpo di tosse dammi una stretta di mano dammi un colpo di tosse dammi una stretta di mano... Tienila stretta perchè adesso io muoio, e non starmi vicino, non starmi davanti, che se vomito, poi ti sporco. Stammi lontano, no stammi vicino sono stato molto cattivo. Fatemi andare senza un solo ricordo tenenteli voi, a me servono poco, non mi servono più.
7.
PANE 06:43
PANE Feste dagli effetti sconvolgenti, tecniche allucinogene diffuse. Manipolazioni oniro-poietiche, fantasie sovraeccitate. Affabulazioni, racconti, viaggi del sopranaturale. Osmografie fantastiche, paradiso, il paese di Cuccania, le isole della beatitudine. Fantasie visionarie, allucinazioni millenaristiche, affabulazioni religiose, e balbattamenti demenziali. La sublimazione dell'idiota e il rispetto-terrore per il demente. Stregoni, esche, dilatazioni di erbe dai poteri strani. Filtri, incantesimi, folleti, licantropi, iguane, fate, regine del gioco. La regina, Arlecchino, la masnada, gli incubi succubi incantatori, maghi, indovini, streghe antropofàgiche. Testo ispirato dal saggio “Il Pane Selvaggio” di Piero Camporesi.
8.
AMIGDALA 13:32

about

PANE” è ìl quinto disco di Tonio Manasca.
Questo disco parla di una umanità narcotizzata, preda di una vertigine globale, che vive un presente di squallida apatia intellettuale e di disinteresse per le cause più alte. Una umanità, che però cerca di riscoprire una percezione extrasensoriale della realtà. Forme di coscienza diverse da quelle a dimensione unica, e che vuole nuovamente pescare dagli antichi serbatoi onirici, che l’interdizione delle sostanze psicoattive ha poi distrutto in favore di una più razionale scentifica narrazione degli eventi.
Questo disco racconta una umanità adolescente, in continua contraddizione, imberbe e facilmente impressionabile, meravigliosa perchè immatura, geniale perchè incosciente. La racconta con tenerezza, autorevolezza, poesia e tanta, tanta musica. I testi sembrano parlare di vita privata, ma sono in verità poesie che attraversano grandi temi universali, come la paura, le relazioni, gli abbandoni e gli egosmi, i distacchi, il senso intero dell'esistere, anche la follia pura che prova umani sentimenti giustifica il paradosso della propria natura in questa musica. Ascoltando questo disco, la forma canzone viene lentamente trasformata in una forma musicale sempre meno ritmica e più rarefatta, quasi inconsistente fino ad arrivare al lungo finale che contiene in sè elementi di canto mistico e meditativo offrono all'ascotatore questa riflessio:. Esiste una umanità non narcotizzata? Esiste una parte del genere umano, che vive la corretta e lucida realtà, oppure siamo tutti all'interno di bolle percettive che ci modificano il presente a nostro uso e consumo? Perchè non possiamo percepire tutto il dolore del mondo? Perchè non possiamo percepire la solitudine di questo pianeta?
La natura di questa terra da sempre ci regala la possibilità di alterare la nostra percezione, è evidente che di questo regalo non possiamo farne a meno, di conseguenza se consideriamo il frutto genetico, di una umanità che si è sempre intossicata, più o meno volontariamente, ecco che il dubbio sorge, fino a pensare che la solida percezione iperealistica dell'era moderna sia un falso, una delle tante allucinazioni collettive o a questo punto globali. E allora non era forse meglio concedersi la possibiltà di evadere senza restrizioni senza proibizionismi? Era forse meglio non usare sostanze psicoattive per contenere generazioni sovversive, ma per stimolarne la creatività, la mistica, la conoscenza, l’illuminazione? Quelle stesse generazioni non avrebbero forse avuto una possibilità in più di traghettarci in una dimensione spirituale più elevata? Una felice appartenenza alle dinamiche del cosmo, in armonia con le energie che regolano il sistema universale, piùttosto che scagliarci in un sistema conflittuale freddo, bellicoso, limitato, ignorante come sono ad esempio i sistemi che regolano le dinamiche del mercato o del profitto?
Non lo possiamo sapere oggi, nell’epoca delle leggi in nome dei popoli, popoli in costante estenuante difesa della propria identità. In nome di quale identità si decide cosa è corretto percepire? In nome di quale comunità? Di quale società? Quella che ci circonda fisicamente o quella che ci concede la nostra di “identità”? Oggi è difficile anche solo capire a quale comunità si appartiene, forse davvero impossibile cambiarla. Non è facile cambiare, recita un verso di una di queste canzoni, non è facile cambiare e restare poesia.

G.S.

credits

released December 20, 2023

Per scrivere queste canzoni mi sono state di ispirazione alcune letture. “IL PANE SELVAGGIO” di Piero Camporesi (Il Saggiatore), I MOSTRI DELL’OCCIDENTE MEDIEVALE di Sara Sebenico, RINASCIMENTO PSICHEDELICO di Bernardo Parrella (le strade bianche di stampa alternativa). Sono stati di grande aiuto i tanti confronti con alcuni amici, e purtroppo anche il doloroso distacco da alcuni di loro. Ringrazio affettuosamente Francesca Procacci, Emma Venturin, Tito Venturin che ha suonato le congas (nei brani n° 4 e 7), Andrea Dilillo che ha suonato le batterie (nei brani n° 1,2,3,4,5,6,7) e a Emanuele Perrini che ha suonato il violino (nel brano n°7) Saverio Damiani e Valentino Receputi per il supporto incondizionato, SgrMusiche e Maison Makutsu tutta.

Questo disco è dedicato a Zapata, il mio piccolo grande cagnolone sfortunato, che si intossicava continuamente per una brutta malattia al fegato, Nel suo anno e mezzo di vita mi ha stimolato e poi assistito fraternamente nella genesi di tutti questi brani.
Grazie al suo costante sguardo allucinato ho incominciato a riflettere seriamente sulla percezione della realtà. Avrei davvero voluto sapere cosa gli passasse per la testa quando ciondolava per casa o guardava il vuoto perduto in chissà quale viaggione. Adesso riposa nell’orto in mezzo alle fragole che adorava, tra l’albicocco e la lavanda, certo è che come lo ha visto lui, questo mondo, non lo sapremo mai. Queste canzoni mi aiutano a lasciarlo andare, so che aiuteranno anche altri.

Samuele Venturin

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Samuele Venturin Florence, Italy

Artista, musicista e pittore. Contadino e costruttore di muri a secco. Vive nei boschi a 600 mt sul livello del mare dove produce (quasi) tutto quello che gli serve. Completamente fuori dalle logiche del mercato dell'arte ha pubblicato decine di dischi utilizzando gli pseudonimi di Amilcare Tellacci e Tonio Manasca. ... more

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